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domenica 4 marzo 2012

QUANDO I RICORDI RIEMERGONO SFUMATI E IMPRECISI

"Ci siamo; cioè vedeva ora sgorgare alla superficie della sua anima un fiotto d'ostilità che fino allora aveva sentito brontolare nel buio, sforzandosi di tenerlo nascosto e di non dargli un nome. Anzi aveva tenuto a comportarsi come un innamorato, scrivendo ogni giorno una lettera minuziosa come un diario ed evocando, tutte le volte che erano in pericolo la vita o il coraggio, l'immagine dell'amata. Ma, strano, vi riusciva così male se voleva alla figura generica di una donna grande, bianca, sottile, col viso recline appena inumidito di sorriso, aggiungere fattezze più esatte! Come erano gli archi delle sopracciglia, così sottili eppure così forti? e l'incavo della nuca, profondo al tatto ma così dolce di colore che l'occhio non lo distingueva? si arrangiava frugando nella memoria, finchè le linee gli si confondevano tutte e pensava perfino che incontrandola non l'avrebbe forse riconosciuta.
Ma non era così di tutte le cose della sua vita? Anche il paesaggio che da tanti giorni aveva immutabile davanti agli occhi, se chiudeva gli occhi e s'industriava a ricomporlo a mente, gli si scioglieva nel tono ardente dei picchi e nel negrore luttuoso delle foreste. E non una cima, non una curva di strada avrebbe saputo individuare, se non tornando il giorno dopo a guardare (...).
A volte, prima di addormentarsi, lo sforzo vano di ricordare l'opprimeva con un peso insopportabile. Si domandava se quella sua imprecisione di memoria non fosse la causa della sua inettitudine alla felicità e del sentirsi sempre distaccato e sazio. Invocava la consolazione dei sogni ove il vero e il falso si sorridono con facce uguali."
da " RUBE' " di Giuseppe Antonio Borgese

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