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martedì 29 novembre 2011

IL MONDO MI PARLA DEL NOSTRO AMORE

"Non sai di quante allusioni a te sia pieno il mondo."
da "CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO" di David Grossman
 
 

sabato 26 novembre 2011

IO MI DISSOLVO, TU DIVIENI REALE...

"Di nuovo notte. Dove sono spariti i giorni?
Io mi dissolvo e tu divieni reale.
I tuoi giri per casa, dalla cucina lungo il corridoio fino alla veranda. Il ricamo dell'ombra della bouganvillea sulle tue braccia. L'odore della tua crema per le mani che sprigiona dai fogli appesi mi dà una sensazione di casa.
Di volta in volta ti crei in me. Non siamo vivi, ricordi? Ma è vivo tutto ciò che hai scritto. La tua vita è la mia. Il tuo viso. Lo disegno nella mente, ne ripasso ogni linea. Ti vesto, ti spoglio, adagio, un capo dopo l'altro. Parlo a me stesso con il tuo timbro, la tua voce scritta, e una punta di tristezza nel fondo.
Non è già più un segreto - dici - che esistono tra noi incredibili tratti di somiglianza. A volte li scorgo nelle lettere, sono come dei cavi elettrici, carichi di tensione e di pericolo. Ma tu sai che la somiglianza tra noi è anche in ciò che definisci "torbidi meandri dell'anima". E li', con un'intensità che ancora non conoscevo, potrai forse capire perchè voglio avvicinarmi a chi mi rimanda l'eco delle cose che meno amo di me stessa."


da "CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO" di David Grossman

domenica 20 novembre 2011

NON METTIAMOCI TRA PARENTESI! :)

"Sai invece quando ho veramente provato una stretta al cuore? Quando hai descritto te stessa per eliminare qualsiasi dubbio e, chissà perchè, ti sei riassunta in una sola frase, oltretutto tra parentesi ("piuttosto alta, capelli lunghi, ricci e ribelli, occhiali...").
Se è davvero cosi', se ti senti tra parentesi, permettimi allora di infilarmici dentro, e che tutto il mondo ne rimanga fuori, che sia solo l'esponente al di fuori della parentesi e ci moltiplichi al suo interno."

da "CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO" di David Grossman

giovedì 17 novembre 2011

INVENTARTI E' ANCHE UN PO' TROVARTI

"Poco tempo fa hai detto che il mio sforzo per INVENTARTI potrebbe anche impedirmi di TROVARTI.
Bè, mi sembra che tu abbia già capito come io, per TROVARE, debba anche INVENTARE un po'..."

da "CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO" di David Grossman

sabato 12 novembre 2011

ASTRATTA BELLEZZA di un AMORE IRREALE

"Di certo ti chiederai cosa voglio da te, tutt'a un tratto. Perchè faccio impazzire entrambi in questo modo. Non lo so. So solo che ora ti desidero disperatamente. Ma sono anche sicuro che ci è proibito persino osare di porre un piede nella realtà. Tutto si scioglierebbe, perderebbe vigore, ricadrebbe nei soliti clichè. I mille fili sottili e trasparenti con cui abbiamo ricamato noi stessi - di colpo quest'astratta bellezza si materializzerebbe nella carne e andrebbe perduta in un istante.
Credimi, so quello che dico e ripeto: esisteremo solo per noi, anche se pensi che non abbiamo niente da nascondere..."


da "CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO" di David Grossman

martedì 8 novembre 2011

L'OVVIETA' E LA MERAVIGLIA

Cosa cerchiamo davvero nella persona da amare? Quella con cui condividere gioie e dolori, il nostro tempo, un po' di noi stessi, la nostra vita intera?

Le risposte potrebbero essere molte, forse infinite... 
Cerchiamo amore nel senso più ampio del termine, ma anche amicizia, complicità, condivisione, intesa, sostegno, aiuto, comprensione, supporto... se ne potrebbe fare un elenco lunghissimo!

Una risposta molto originale a questo "interrogativo" mi viene offerta da alcune righe (a mio parere molto intense e significative) del romanzo "Col corpo capisco" di David Grossman in cui si parla del legame tra i due protagonisti (Shaul ed Elisheva):
"E ripete con un sorriso e un sussurro: eccomi. Ma l'uomo non pensa che quella ripetizione sia superflua, al contrario. Gonfia il petto per assorbire tutto ciò che è racchiuso in quella parola: eccomi, sono qui per te, così come sono veramente, sbucciami. E il suo volto dice si, il suo corpo dice si, il cuore, gli occhi, il respiro, tutto dice si. Per l'ennesiama volta lui pensa che pure le cose semplici e ovvie che Elisheva dice contengono un'eco di meraviglia. E' questo il punto, pensa Shaoul, ogni frase che lei pronuncia laggiù comprende entrambi questi elementi: l'ovvietà e la meraviglia".

Forse, appunto, quel qualcosa di speciale ed indefinibile che ci fa scegliere una persona ed amarla intensamente è il fatto di trovare in lei questi 2 aspetti opposti ma anche complementari: l'ovvietà e la meraviglia, le giuste dosi mescolate assieme di quotidianità e di inaspettato, di abitudine e sorpresa.

venerdì 4 novembre 2011

IL RELATIVISMO DEL TEMPO NELL'AMORE

Oltre al romanzo "Che tu sia per me coltello", c'e' un altro romanzo di DAVID GROSSMAN che mi ha offerto un interessante spunto di riflessione. Si tratta del romanzo "Col corpo capisco".
Già il titolo, a mio parere, è piuttosto suggestivo: suggerisce, infatti, come, spesso, la vera e più profonda "comprensione" (in particolare per ciò che riguarda i sentimenti) sia un fatto fisico, quasi viscerale, piuttosto che il frutto di un processo razionale.

Passo subito la parola al libro, riportandone un breve estratto:
"Di nuovo il loro silenzio affannato, la scossa elettrica della consapevolezza reciproca, e la sensazione, mai appannatasi, che il loro amore è resistito immutato, puro e vitale.
Era solo stato messo in disparte, per un po', per un'intera vita, su uno scaffale del monte dei pegni, in attesa che lei trovasse il coraggio di riscattarlo."


Queste righe mi hanno fatto riflettere su come, quando si ama davvero, di un amore profondo ed incondizionato, il tempo che ci divide dalla persona amata, le attese (che mentre le si vive sembrano infinite) si annullano improvvisamente nel momento in cui ci si ricongiunge.
"Per un po'" o "per un'intera vita" (come dicono le parole sopra riportate) non fa più differenza: tutto si azzera.
Quando riusciamo finalmente a ricongiungerci con chi amiamo davvero, la percezione temporale non ha più senso, si annulla in un istante per lasciare completamente posto alla gioia e all'appagamento totalizzante, che solo il vero amore può donare.
Un dono prezioso che però, come suggerisce l'autore nelle righe successive, dobbiamo "trovare il coraggio di riscattare" e, aggiungerei io, di non lasciarci mai più sfuggire.

mercoledì 2 novembre 2011

"CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO" (2)

Rieccomi per un altro approfondimento del meraviglioso romanzo di David Grossman...
Vorrei riflettere con voi su questa domanda: con chi e quando mostriamo davvero la parte più vera di noi stessi?

Mi vengono in aiuto alcuni passaggi del suo romanzo "Che tu sia per me il coltello", in particolare queste righe che Yair scrive a Miriam: "Ancora una volta, Myriam, mi apri con chiavi segrete. Come fai a conoscermi cosi' bene?"

A volte può infatti capitare di "aprirsi" di più con una persona poco conosciuta (come accade tra i 2 personaggi del romanzo), piuttosto che con gli amici o con chi vive a stretto contatto con noi. Non perchè consideriamo questi "non degni" o "non all'altezza" di conoscere i nostri lati più veri, ma proprio perchè queste persone ci conoscono ormai cosi' bene per la continua vicinanza che danno quasi per scontato di sapere tutto di noi. E' come se con noi giocassero ormai una partita a carte scoperte.
Ma, per quel che riguarda sentimenti e stati d'animo, niente è come magari può apparire ad un'occhiata superficiale o abitudinaria.
Può quindi capitare di mostrare la nostra essenza più vera a degli sconosciuti. Ovviamente non ai primi che incrociamo uscendo di casa! Intendo "sconosciuti" con cui, magari anche dopo pochi scambi di battute, sentiamo di avere qualcosa in comune: delle passioni, un "sentire"... che non esprimiamo più con le persone a noi più vicine, che ci vedono sotto la luce della quotidianità.
Sentiamo di "aprirci" a questi "sconosciuti" per condividere qualcosa di speciale con loro, non in modo fisico, quanto piuttosto ritagliandoci dei brevi momenti in cui raccontarci a loro, senza il rischio di sentirci giudicati. Che, alla fine, è anche un modo per raccontarci a noi stessi, lasciando cadere, in questi momenti di "sospensione del tempo e del giudizio altrui", in questi "spazi neutri", le nostre difese, svelando la nostra essenza più vera.

A riprova di ciò, passo nuovamente la parola al romanzo: "...e all'improvviso si riaccende in me il desiderio irrefrenabile di assecondare il tuo gioco, di incontrarti solo a parole, come proponi. Di lasciarmi andare sulla pagina, di sciogliermi nelle tue fantasie per vedere fino a dove sei capace di trascinarmi".
"...uno sconosciuto ha visto in me qualcosa che lo ha tanto colpito da spingerlo ad affidarmi la sua anima".

martedì 1 novembre 2011

"CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO"

Oggi vorrei parlarvi di DAVID GROSSMAN, un autore molto affermato, che io ho avuto modo di conoscere ed apprezzare solo alcuni anni fa.
Gironzolavo per una libreria alla ricerca di un nuovo libro da acquistare... cercavo qualcosa di nuovo, ma non avevo ancora idea di che libro desiderassi: volevo qualcosa di diverso dai best seller o dai libri di autori famosi. Cosi', casualmente, un libro tra gli scaffali ha attirato la mia attenzione e suscitato la mia curiosità, anche un po' per l'immagine in copertina: un volto di donna, ritratta in una foto d'epoca.
Il libro in questione è "Che tu sia per me il coltello" di David Grossman.Tra le tante pagine che ho trovato particolarmente significative in questo libro, merita una menzione questo passaggio di una delle tante lettere che Yair scrive a Miriam (questi i nomi dei 2 protagonisti):


"Ieri, mentre scrivevo, ho di nuovo pensato quanto sono strane le lettere. Quando tu ricevi una mia lettera io sono già altrove. Quando io ne leggo una tua, mi trovo di fatto in un tuo momento passato. Sono con te in un tempo in cui ormai non sei più. Il risultato è che ognuno di noi vive momenti da cui l'altro è già uscito... Cosa ne pensi? Forse è questa l'origine della tristezza che quasi ogni tua lettera suscita in me, indipendentemente dal suo contenuto. La vita scorre."

La riflessione interessante, a mio parere, sta appunto su come sia difficile "sincronizzare" i propri tempi con quelli degli altri, anche con quelli delle persone che ci sono più vicine.
Cosi', non solo per le lettere, ma anche per quel che riguarda e-mail o sms, spesso capita di inviarli o riceverli in momenti completamente sbagliati. Non sbagliati in sè stessi, ma sbagliati in relazione allo stato d'animo che vive in quel momento chi li riceve. Ecco quindi crearsi uno "sfasamento" che può portare a fraintendimenti ed incomprensioni. Lo stesso dicasi quando si vorrebbe condividere con qualcuno la lettura di un libro che ci appassiona particolarmente. Questo spiega come, condividere davvero con qualcuno sensazioni e sentimenti, con gli stessi tempi e gli stessi modi sia spesso molto difficile, se non quasi impossibile: ecco perchè le volte in cui questo accade sono da considerarsi tanto più meravigliose, appunto perchè cosi' rare.