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sabato 29 settembre 2012

PREPARSI UN DISCORSO


"All'inizio probabilmente fui piuttosto confusa, ma dopo un po', quando fui più sicura che mi avrebbe ascoltata fino alla fine, mi calmai e riuscii a spiegarmi meglio. Mi ero ripetuta per settimane e settimane quello che avrei dovuto dire. L'avevo ripassato durante quei lunghi viaggi in macchina, mentre sedevo a quei tavoli silenziosi delle stazioni di servizio. Mi era sembrato difficile allora, e alla fine avevo escogitato un piano: avrei memorizzato parola per parola alcuni punti chiave, poi mi sarei disegnata una mappa mentale di come sarei passata da un punto all'altro. Adesso però che lei si trovava di fronte, la maggior parte del discorso che mi ero preparata mi sembrava inutile o completamente sbagliata. (...) 
Ecco perchè d'un tratto tutte le cose che mi ero preparata nella testa sparirono, e io mi rivolsi a lei con onestà e semplicità."
da "NON LASCIARMI" di Kazuo Ishiguro
Nel corso della vita, prima o poi, capita a tutti di dover FARE UN DISCORSO 
Quanti tipi di discorso vi vengono in mente? ...mmm... vediamo...
- per un'interrogazione scolastica
- per fare una proposta di fidanzamento o matrimonio
- per sostenere in modo brillante un colloquio di lavoro
- per lasciare qualcuno (cercando di non ferirlo troppo o, al contrario, per buttargli addosso tutta la rabbia)
- per chiedere scusa
- per licenziare un dipendente/collaboratore
- per chiedere un favore o un prestito ad un parente/amico
- ... e poi?
Ditemi anche voi in quali tipologie di discorso vi siete imbattuti e come vi siete regolati nei vari casi... meglio prepararsi per benino, imparando "la parte" a memoria o "andare a braccio" improvvisando?
Personalmente, credo sia utile crearsi una "scaletta" con dei punti fermi, cioè dei punti imprescindibili, assolutamente necessari per far capire la propria idea, il proprio punto di vista. Ma poi un po' di improvvisazione non guasta!  
Spesso, infatti, quando ci si prepara un discorso, non si tiene conto che, prima o poi, il nostro interlocutore interverrà, ci interromperà, solleverà delle obiezioni, si arrabbierà, sarà sorpreso o triste o felice... insomma vorrà interagire e, a quel punto, tutto il nostro bel discorso non potrà più continuare nella sequenza prestabilita nella nostra testa, prenderà inevitabilmente strade nuove, diverse, che potrebbero sorprendere anche noi stessi... e, a volte, questo sovvertimento dell'ordine prestabilito potrebbe pure finire con il rivelarsi un bene.

8 commenti:

  1. ...io sono la campionessa indiscussa dei discorsi "dentro la mia testa"... dal vivo mi lascio sempre prendere un po'più del dovuto...

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    1. @ Patalice: che forte che sei! :) sempre simpaticissima! :)
      buona settimana!

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  2. per non parlare dei discorsi davanti ai professori che sia scuola o università o solo per chiedere qualche favore, quando dopo tutte le preparazioni del caso... si finisce a fare l'ennesima figuraccia alla classica domanda inattesa!

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    1. @ Almucantarat: già... raramente tutto fila liscio, senza "inciampi" :(
      ps: benvenuta qui nel mio blog, anche tra i "followers" :)

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  3. Bè, intanto se parli di discorso non è detto che sempre ci sia un interlocutore "attivo" davanti a te. Se per esempio è fatto davanti ad un auditorio gli interventi potrebbero essere fatti solo alla fine.
    Questo normalmente accade proprio per evitare che l'eventuale "scaletta" venga disturbata da commenti che anticipano certe informazioni o che si vada fuori tema.
    Dipende quindi dalle occasioni, principalmente.

    Se parliamo di discorsi che hanno a che fare con la nostra vita personale non credo che sia facile costruire una scaletta. Non è detto che nel discorso tu sia quello che conduce il gioco, o che abbia il sufficiente sangue freddo per seguire le linee guida che ti eri preparato.
    Se poi si va sul campo sentimentale è ancora peggio. Normalmente non hai delle cose da dire, ma "la" cosa da dire (che poi si sviluppi in "e poi gli dico questo...e poi....e....e quest'altro" è solo l'ansia dell'argomento a fare girare idee, anche sconclusionate in testa. Ma in realtà la cosa è una e una sola).
    Per quanto mi riguarda preferisco avere come punto di riferimento l'inizio. Il resto viene da sè.
    ...e tutto quello che non si è detto quando l'occasione è sfumata....e solo colpa tua, non dell'organizzazione del discorso...

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  4. @ Salvo: grazie mille per il tuo prezioso apporto :)
    ps: concordo con te che un buon inizio di discorso è fondamentale per la buona riuscita del resto... se si parte male, si è rovinati :(

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  5. aggiungo solo che non sempre si ha il tempo di preparare un discorso, a volte ti ci trovi in mezzo senza accorgertene. E' li che si capisce se uno ha delle spiccate doti oratorie. A volte bisogna improvvisare su cose di cui non si ha la minima idea, a volte bisogna giocarsi jolly di psicologia basati sull'osservazione del nostro interlocutore. A volte si fanno interi discorsi via chat o skype e ci manca il contatto diretto. L'unico modo in cui me la sono sempre cavata è stato non inventarmi niente, senza contraddizioni e con una inferinatura di cultura generale si fanno miracoli! ;)

    My 2cent, Matteo

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    1. @ Matteo: saggia osservazione! hai proprio ragione: la cultura, anche in questo caso, è una preziosa alleata ;)

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