Per sfatare questa superstizione ho fatto una piccola ricerca per scoprire l'origine di questa credenza popolare. La risposta più esaustiva che ho trovato è stata quella nel blog www.placidasignora.com
Ecco il post completo: http://www.placidasignora.com/2011/12/15/perche-si-dice-anno-bisestile-e-anno-bisesto-anno-funesto/ Ne riporto qui qualche stralcio:
"Secondo alcuni, la malafama del bisesto deriverebbe dal fatto che febbraio era dagli antichi romani vissuto come un mese molto poco allegro: era il Mensis Feralis, il mese dei morti, quasi completamente dedicato a riti per i defunti e a cerimonie di costrizione e purificazione poiché, secondo il calendario arcaico attribuito a Romolo, si trattava dell’ultimo mese prima del nuovo anno, che nasceva a marzo.
A fine febbraio si tenevano le Feralia , celebrazioni solenni in onore dei dipartiti; poi c’erano le Terminalia, dedicate a Termine dio dei Confini, e infine le Equirie , gare di corsa nel Campo di Marte attraverso 12 porte (come il numero dei segni zodiacali) per 7 giri (come il numero degli antichi pianeti). Queste gare erano il simbolo della conclusione di un ciclo cosmico, quindi simbolo di morte e di fine; e per tutte le culture il passaggio dal Vecchio(conosciuto) al Nuovo (sconosciuto) è sempre cosa inquietante.
Uno dei pochi uomini di cultura che mise nero su bianco la sua opinione sugli anni bisestili, fomentando l’inquietudine e la paura, fu nel XV sec. il medico Michele Savonarola, tipetto lugubre e geremiante, degno nonno di Gerolamo.
Egli affermò che i bisesti erano nefasti per greggi e vegetazioni; che portavano impennate di epidemie malariche e che erano controindicati per tutto ciò che riguardava l’acqua: quindi niente bagni e cure termali, ma soprattutto attenzione a funestanti diluvi e alluvioni.
In realtà l’anno bisestile è considerato funesto solo perché, sin dai primordi delle civiltà, tutte le cose anomale rispetto alla norma (come eclissi, comete, capelli rossi, albini, pecore nere ecc), venivano considerate di cattivo auspicio.
Quindi anche un anno diverso dagli altri era strano, “mostruoso“ e perciò – scatenando le paure irrazionali ed ataviche dette superstizioni- giudicato sicuramente foriero di avvenimenti imprevisti e particolari."
...e già che siamo in tema di SUPERSTIZIONI, ecco una mia piccola ricerca su altre superstizioni piuttosto diffuse...
WIKIPEDIA dà questa definizione di SUPERSTIZIONE:
"L'uomo, per sua natura, tende a voler ricreare un legame logico tra eventi di per sé ininfluenti e, a seconda del carattere più o meno pessimista, preferisce ricordare principalmente gli eventi favorevoli o sfavorevoli, tentando di associarli ad un particolare periodo dell'anno, ad un particolare luogo o ad una certa azione, nella speranza di poterli governare ed esorcizzare. Questo comportamento non è molto diverso dalle più comuni pratiche religiose, che proprio per questo motivo, vengono considerate dai non credenti una sorta di superstizione esasperata all'ennesima potenza."
ROMPERE UNO SPECCHIO:
Rompere uno specchio porta sfortuna per 7 anni.
Le spiegazioni di questa credenza sono due.
Per i cinesi, e gli orientali in genere, ogni luogo ove viene riflesso il corpo umano è sacro, misterioso e perciò pericoloso poiché cattura, assieme all’immagine, anche l’anima di colui che vi si riflette.
Rompere uno specchio quindi significa distruggere anche parte dell’esistenza/spirito del riflesso; ergo, è funesto presagio.
Dall’antica Roma in poi invece, quando si diffuse questa credenza in ambito europeo, la rottura di uno specchio aveva il significato di portasfortuna per motivi più prosaici.
Gli specchi costavano moltissimo a causa del primitivo strato d’oro, argento o rame puro (in seguito di piombo, stagno, mercurio, alluminio ecc ) che veniva spalmato come riflettente sulla base prima del posizionamento della lastra di vetro sopra.
Romperne uno significava quindi sempre un’infausta “perdita“, soprattutto economica, quale il dover fare almeno 7 anni di sacrifici prima di riuscire a comprarne un altro.
Per evitare la sfortuna ci sono dei rimedi.
O porre i frammenti dello specchio rotto in una bacinella d’acqua insieme a una pietra trasparente e chiarissima (es. cristallo di quarzo, diamante, acquamarina ecc), lasciarli lì per 7 giorni e poi gettare il tutto (acqua compresa ma tranne le pietre ché perderle, le preziose, sarebbe altra sfortuna ;-) ) lontano da casa.
O raccattare velocissimi i pezzi di specchio e precipitarsi al più vicino corso d’acqua dolce corrente (fiume, torrente) e buttarli dentro.
Le spiegazioni di questa credenza sono due.
Per i cinesi, e gli orientali in genere, ogni luogo ove viene riflesso il corpo umano è sacro, misterioso e perciò pericoloso poiché cattura, assieme all’immagine, anche l’anima di colui che vi si riflette.
Rompere uno specchio quindi significa distruggere anche parte dell’esistenza/spirito del riflesso; ergo, è funesto presagio.
Dall’antica Roma in poi invece, quando si diffuse questa credenza in ambito europeo, la rottura di uno specchio aveva il significato di portasfortuna per motivi più prosaici.
Gli specchi costavano moltissimo a causa del primitivo strato d’oro, argento o rame puro (in seguito di piombo, stagno, mercurio, alluminio ecc ) che veniva spalmato come riflettente sulla base prima del posizionamento della lastra di vetro sopra.
Romperne uno significava quindi sempre un’infausta “perdita“, soprattutto economica, quale il dover fare almeno 7 anni di sacrifici prima di riuscire a comprarne un altro.
Per evitare la sfortuna ci sono dei rimedi.
O porre i frammenti dello specchio rotto in una bacinella d’acqua insieme a una pietra trasparente e chiarissima (es. cristallo di quarzo, diamante, acquamarina ecc), lasciarli lì per 7 giorni e poi gettare il tutto (acqua compresa ma tranne le pietre ché perderle, le preziose, sarebbe altra sfortuna ;-) ) lontano da casa.
O raccattare velocissimi i pezzi di specchio e precipitarsi al più vicino corso d’acqua dolce corrente (fiume, torrente) e buttarli dentro.
APRIRE UN OMBRELLO IN CASA:
Aprire un ombrello in casa è considerato un cattivo presagio, perché indicherebbe che il tetto lasci passare la pioggia, simboleggiando una casa ridotta in miseria.
APPOGGIARE UN CAPPELLO SUL LETTO:
Si ritiene che appoggiare un cappello sul letto possa portare un lutto in famiglia; probabilmente deriva dal fatto che spesso gli indumenti di ospiti improvvisati o in soprannumero vengono adagiati sul letto per mancanza di altro spazio e per comodità. Uno degli eventi che può creare questa situazione è proprio un funerale.
Oppure - altra spiegazione - in passato, quando i sacerdoti si recavano al capezzale di un moribondo, posavano il cappello sul letto. Da allora è nata la superstizione che posare un copricapo sul letto porti sfortuna.
ROVESCIARE IL SALE:
Anche se nel Cenacolo di Leonardo Da Vinci non si vede più, data l'usura della tela, Giuda col gomito aveva rovesciato il salino mentre parlava all'orecchio di Gesù. Da qui è partita la superstizione che versare il sale porti sfortuna.
Altre "teorie correlate":
Il sale in antichità era prezioso, ad es. per conservare gli alimenti o per difendere la salute da malattie dovute alla carenza di sodio e potassio. Farlo cadere equivaleva a perdere un'importante risorsa.
"Salato" è un aggettivo proprio di qualcosa di costoso; Cristo viene definito "il sale della Terra"; all'atto del battesimo, una volta, si mettevano sulle labbra alcuni grani di sale come simbolo di buon auspicio. Versare accidentalmente il sale ha la doppia valenza di sperpero e di sacrilegio.
Il sale era talmente prezioso che i soldati venivano retribuiti proprio col sale (da cui deriva il "salario") e addirittura i Romani avevano costruito una strada che portava verso le saline (la Salaria).
Il sale in antichità era prezioso, ad es. per conservare gli alimenti o per difendere la salute da malattie dovute alla carenza di sodio e potassio. Farlo cadere equivaleva a perdere un'importante risorsa.
"Salato" è un aggettivo proprio di qualcosa di costoso; Cristo viene definito "il sale della Terra"; all'atto del battesimo, una volta, si mettevano sulle labbra alcuni grani di sale come simbolo di buon auspicio. Versare accidentalmente il sale ha la doppia valenza di sperpero e di sacrilegio.
Il sale era talmente prezioso che i soldati venivano retribuiti proprio col sale (da cui deriva il "salario") e addirittura i Romani avevano costruito una strada che portava verso le saline (la Salaria).