...prima che il CARNEVALE finisca, voglio condividere con voi un estratto (che mi è particolarmente piaciuto e che parla di maschera/travestimento/identità) dal libro "VENEZIA E' UN PESCE" di Tiziano Scarpa:
"VOLTO in veneziano significa maschera, come PERSONA in latino.
Gli studi di antropologia sul Carnevale ti spiegano che tra l'Epifania e la Quaresima il mondo si capovolgeva. Il figlio mancava di rispetto al padre, ci si scambiava di sesso, non era più vietato sbeffeggiare il re. Tutto questo serviva a confermare l'ordine dell'universo. Trasgredire la legge significava celebrarla. Violarla una volta sola, durante una festa comandata, equivaleva a riconoscere la sua signoria su tutto il resto del tempo.
A Venezia si gira portandosi addosso la propria faccia per ciò che essa è veramente: un luogo pubblico. E' una città dove non esiste la privacy. Ci si incontra in continuazione, ci si saluta sette volte al giorno, si continua a parlare allontanandosi, a venti metri uno dall'altro, alzando la voce in mezzo ai passanti. Le finestre dirimpettaie sono dall'altra parte della calle: a un metro di distanza. E' molto difficile fare le cose di nascosto, avere una doppia vita, nascondere le proprie frequentazioni, le tresche, gli adulteri.
Se abiti qui ti viene voglia di fare una passeggiata liberatoria lasciando a casa te stesso, una camminata per prendere un po' di respiro dalla tua personalità. Abbandoni i tuoi pensieri, ti dimentichi di te. Esci e ti limiti a guardarti intorno, vorresti che fosse il paesaggio a pensare al posto tuo mostrandoti una serie di spettacoli da contemplare, rumori, odori, scene di cui prendere atto e basta: ma ecco che trovi subito qualcuno che ti saluta, ti chiama per nome, ti restituisce a te stesso, ti ricorda chi sei.
Henry James ha scritto che Venezia è come un interno, un appartamento fatto di corridoi e salotti: si cammina sempre dentro, non si è mai veramente fuori, non esiste l'esterno nemmeno per la strada.
Apparentemente (che è come dire: mascheratamente) la passione veneziana per la maschera è nata da questo bisogno di incognito, di protezione per la propria identità. Perchè questa è una città dove la vita pubblica ti costringe a tirar fuori il tuo carattere fino alla superficie della faccia, a trasferirlo in permanenza dall'anima al volto."
...e voi che VOLTO-MASCHERA indossate...?
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