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giovedì 26 febbraio 2015

SMETTO DI TAGLIARE L'ERBA E... MI CI STENDO SOPRA

"Finora ho scritto un'enorme quantità di roba. A ritmo più o meno quotidiano. Come uno tutto preso a falciare da solo l'erba di un prato immenso che continua a crescere rapidissima e senza interruzione. Oggi taglio qui, domani lì... e quando, finito il giro, ritorni al punto di partenza, l'erba è ricresciuta più fitta di prima.
Ma dopo avere incontrato Myu, ho smesso quasi completamente di scrivere. Perché? (...)
Credo, dopo aver incontrato Myu, di avere smesso di PENSARE (naturalmente uso la parola PENSARE in una mia personale accezione del termine). Stando accanto a Myu, in una condizione di corrispondenza perfetta, come due cucchiai sovrapposti, mi sono lasciata trasportare con lei in un altro luogo, pensando: "Ma sì, dopotutto che importa?"
In altre parole, per essere più vicina a Myu, ho bisogno di diventare estremamente leggera. Anche un atto fondamentale come quello di pensare diventa per me una specie di ingombrante fardello. (...)
Anche se l'erba del prato può crescere a dismisura, io non me ne curo. Invece di tagliarla, nell'erba mi ci stendo, alzando gli occhi verso l'alto per guardare le nuvole bianche che fluttuano in cielo. Affido a loro il mio destino. E il cuore al profumo dell'erba fresca e al vento che mi sussurra nelle orecchie. Non mi importa più niente di sapere o non sapere, e nemmeno se tra le due cose c'è qualche differenza."
da "LA RAGAZZA DELLO SPUTNIK" di Murakami Haruki

sabato 14 febbraio 2015

SCRIVERE per PENSARE

"Ho sempre scritto solo perché DOVEVO farlo.
Perché è così imperativo per me scrivere? La ragione è semplice. Perchè per pensare a qualunque cosa ho bisogno di metterla prima di tutto per iscritto.
E' stato così fin da quando ero piccola. Quando c'era qualcosa che non capivo, raccoglievo a una a una tutte le parole che avevo ai miei piedi, e le mettevo in ordine in forma di frase. Se il risultato non mi convinceva, le mischiavo di nuovo e le disponevo in una forma diversa. Ripetendo questo procedimento diverse volte, alla fine riuscivo a elaborare un pensiero come facevano tutti. Scrivere per me non era complicato né faticoso. Io mi dedicavo alla scrittura con la stessa passione con cui gli altri bambini collezionavano bei sassolini o ghiande. Per me scrivere, usando carta e matita, era naturale come respirare. E in questo modo potevo PENSARE."
da "LA RAGAZZA DELLO SPUTNIK" di Murakami Haruki

giovedì 5 febbraio 2015

RITAGLIARE LUNGO LA LINEA TRATTEGGIATA

"Era una vista toccante, che avrei voluto ritagliare con le forbici e attaccare con uno spillo alle pareti della mia memoria."
da "LA RAGAZZA DELLO SPUTNIK" di Murakami Haruki