Ciao a Tutti!
Oggi mi sono imbattuta in un interessante articolo del CORRIERE DELLA SERA
relativo ad una ricerca realizzata da uno psicologo intorno alla FELICITA’.
Lo psicologo TIM LOMAS raccoglie termini intraducibili (espressi in vari idiomi) che descrivono uno stato d'animo e una sensazione positiva.
Una sorta di "VOCABOLARIO DELLA FELICITA'" in continua
evoluzione.
Ecco un piccolo elenco di queste parole, che rendono
chiaramente l'idea di come il concetto di FELICITA' sia diffuso in tutto il
mondo ma, di volta in volta, interpretato e declinato da ciascuno con sfumature
un po' diverse, a seconda anche delle esperienze vissute e del suo background:
Agape
(Amore incondizionato, disinteressato e smisurato. Greco)
Tre sono i tipi di amore in greco: eros, legato all’attrazione fisica; philos, sentimento fraterno e di profonda condivisione e agape. Il vertice più alto dell’amore, provato da chi dona tutto se stesso senza pretendere nulla in cambio. Come Gesù: nella tradizione cristiana il termine indica l’amore di Dio per gli uomini.
Balikwas
(Saltare improvvisamente in
un’altra situazione e sentirsi sorpreso. Tagalog)
Il termine significa saltare
dall’altra parte, sentirsi sorpresi per una nuova situazione ma anche andare
contro corrente. Ossia: abbandonare la propria zona di comfort. Come fanno i visionari
che dubitano delle certezze, cambiano situazioni, raggiungono risultati
sorprendenti.
Chrysalism
(Amniotica tranquillità di
essere in casa durante la tempesta. Inglese, neologismo)
Viene da crisalide e vuole rendere
l’idea di sentirsi protetti, come in uno stato embrionale.
Engentar
(Desiderare di stare soli,
ricercare una serena solitudine. Spagnolo)
Parola diffusa in Messico, indica il
desiderio di allontanarsi dagli altri gioendo della propria solitudine. E per
chi non sa stare engentado, esiste una guida, How to Do Nothing with Nobody
All Alone by Yourself di Robert Paul Smith, che spiega tutto in una frase di commiato:
«Mi scusi, ho un appuntamento con me stesso per sedermi a guardare l’erba che
cresce».
Fargin
(Orgoglio e sincera felicità
per il successo di qualcun altro. Yiddish)
L’opposto dell’invidia! il fargin è raro e pochi lo provano.
Gumusservi
(Il riflesso della luna
sull’acqua. Turco)
Termine evocativo. Grazie al suo
potenziale estetico Gumusservi è parola nota anche a chi non parla turco: è un hashtag sui
social e anche il titolo di un brano. Malinconico, e romantico insieme.
Hygge
(Senso di calore, atmosfera
accogliente e amichevole. Danese)
Nella classifica 2016 delle parole
dell’anno dell’Oxford Dictionaries c'è anche hygge.
hygge è una tazza di tè caldo o un paio di calzini di cashmere.
Mondadori ha appena pubblicato in Italia Hygge. La via danese alla
felicità di Meik Wiking.
Iktsuarpok
(Quando si aspetta qualcuno e
non si riesce a smettere di controllare se sta arrivando. Inuit)
iktsuarpok è una sensazione che proviamo tutti: la nostra tentazione di controllare
ripetutamente la casella email non sarebbe altro che una versione «aggiornata»
dell’iktsuarpok.
Jugaad
(Trovare soluzioni innovative,
improvvisate e geniali, utilizzando quello che si ha. Hindi)
È l’arte del life hacking, la
capacità di trovare soluzioni creative, frugali e inaspettate.
jugaad è una rivoluzione culturale, l’innovazione dal basso, diffusa
nei Paesi emergenti. Senza grandi investimenti.
Lagom
(La giusta misura, né troppo né
troppo poco. Svedese)
Il lagom è lo spirito della Svezia, dove tutto è misurato, dai temporali
al design.
«Il termine ha molte applicazioni —
scrive Meg, autrice del blog “Something Swedish” — e rappresenta l’ideale
sociale e culturale svedese di uguaglianza e libertà». L’origine? Dalla
locuzione laget om usata dai vichinghi per indicare l’esatta quantità di idromele
che si può bere dal corno prima di passarlo ai compagni.
Mepak
(Il piacere delle piccole cose.
Serbo)
La felicità? Non dipende dai grandi
avvenimenti della vita ma dalle piccole esperienze. I piccoli piaceri ci
aiutano a costruire vite più significative. Qualche esempio di mepak? mangiare cioccolata, stendersi su lenzuola pulite, prenotare un
viaggio.
Nunchi
(Capacità di interpretare gli
sguardi e di leggere le emozioni altrui. Coreano)
Per capire l’interlocutore è
necessario leggere il linguaggio non verbale. Ossia sviluppare il nunchi. Come? Osservando: uno sguardo
laterale o un respiro profondo dicono molto più di una parola.
Orenda
(Il potere di cambiare il mondo
a dispetto di un destino avverso. Urone)
orenda è il potere magico che i nativi
americani Iroquois credono pervada tutta la natura sotto forma di energia
spirituale. È la forza dei temporali e del vento ma anche il potere miracoloso
che solo alcuni uomini possono esercitare. Gli sciamani, per esempio. Orenda, però, è anche una benedizione:
permette a chi ne è dotato di sfidare gli eventi avversi e superarli.
Passeggiata
(Camminata piacevole,
tranquilla e rilassata. Italiano)
«Non avevo
mai sentito la parola finché non sono stato in Italia. Qui — dice Lomas — ho
capito il piacere che ne deriva. La passeggiata come il cibo fa parte dell’immagine del Paese».
Ramé
(Caotico e gioioso insieme.
Balinese)
Qualcosa ramé a Bali? Il gamelan. Si tratta di
un’orchestra composta da numerosi strumenti, tra cui tamburi, gong, xilofoni,
flauti di bambù e strumenti a corda. La musica prodotta è complessa e
articolata, con melodie sovrapposte e più linee ritmiche suonate insieme. Il
risultato? Caotico, allegro, vitale. In una parola: ramé.
Samar
(Sedersi insieme per raccontare
storie all’ora del tramonto. Arabo)
«Samar — dice Lomas — racconta in una sola
parola un’intera cultura». E una tradizione antica: gli abitanti dei villaggi
si incontrano la sera per raccontare storie e declamare poesie. L’atmosfera è
informale e chiunque può partecipare anche se a parlare sono di solito gli
individui più in vista e i più anziani: uomini in grado di tramandare la
tradizione orale della comunità.
Vorfreude
(La gioia che deriva
dall’immaginare piaceri futuri. Tedesco)
Vorfreude è «il sabato del villaggio», il piacere di pregustare la festa.
Rivela allegria e una sottile apprensione. «Le parole possono essere
polivalenti — spiega Lomas —. Il gusto di assaporare il futuro è combinato con
la paura che non possa arrivare. Come nell’italiano magari, che significa “forse”, “nei miei
desideri” o “se solo”, tenendo così insieme un augurio speranzoso e un
pensieroso rammarico»
Wabi-Sabi
(Bellezza imperfetta e
consumata. Giapponese)
«È la capacità di apprezzare la
bellezza di fenomeni vecchi o degli oggetti rotti — spiega Lomas —. Siamo
costantemente incoraggiati alla ricerca del nuovo, parole come wabi-sabici permettono di percepire il mondo da un’altra prospettiva. È
un termine esteticamente rilevante ma può essere utile anche per considerare la
propria vita, per accettare il personale processo di invecchiamento e capire
che anche lì c’è un valore».