"Così continuiamo a vivere la nostra vita, pensai. Segnati da perdite profonde e definitive, derubati delle cose per noi più preziose, trasformati in persone diverse che di sè conservano solo lo strato esterno della pelle; tuttavia, silenziosamente, continuiamo a vivere. Allungando le mani, riusciamo a prenderci la quantità di tempo che ci è assegnata, e poi la guardiamo mentre indietreggia alle nostre spalle. (...)
Pensai che forse, in qualche luogo lontano, tutte le cose sono già segretamente perdute. Se non altro, esiste un posto tranquillo dove le loro immagini possono sovrapporsi fino a fondersi in una sola. Vivendo, non facciamo che scoprire una dopo l'altra queste corrispondenze, trascinando verso di noi i loro fili sottili. Chiusi gli occhi, e cercai di evocare le tante cose belle che immaginavo lì. Cercai di trattenerle nelle mie mani. Anche se la loro vita non durava che un attimo."
da "LA RAGAZZA DELLO SPUTNIK" di Murakami Haruki
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